venerdì 26 febbraio 2016
Figli
Si sa i figli so' piezz e' cor', (pezzi del nostro cuore), non solo quando sono piccoli ma sempre. Tendiamo a viziarli e vorremmo tenerli sempre accanto. Purtroppo o per fortuna non è così. Quando arrivano ad un' età in cui potrebbero cavarsela da soli, è necessario lasciarli andare, anche se a malincuore. I figli maschi in particolar modo preferiscono rimanere a casa della mammina più a lungo rispetto alle femminucce, si sa. Ed è qui che il cuore di mamma deve farsi violenza e resistere alla tentazione di accontentarlo. Arriva quel momento in cui la madre che ha il potere, la coscienza e la maturità per farlo, deve cominciare lentamente a sganciare il proprio figliolo, limitando tutte quelle attenzioni che lo desistono dall' andare via di casa. Ella deve essere più dura, meno presente, meno pronta alle sue continue richieste favorendo così lo sviluppo della sua autonomia. Questo atteggiamento gioverà sia alla mamma che al figlio: la mamma riacquisterà la sua tanto agognata libertà che ormai credeva perduta per sempre e il figlio vedrà, come d' incanto, crescere il suo senso di autonomia che pregusterà, piano piano come una positiva novità.
Più facile a dirsi che a farsi ma è necessario, assolutamente necessario e indispensabile.
Alla prossima.
Ciao.
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domenica 21 febbraio 2016
Il matrimonio
Quando due persone decidono di sposarsi sono o meglio dovrebbero essere consapevoli di fare una scelta piuttosto impegnativa. Scelgono di amarsi, sì, ma anche di rinunciare. Perché volenti o nolenti a qualcosa si deve rinunciare, specie se la coppia mette al mondo uno o più figli. Rinuncia. Questo è il punto focale della discussione. Si, perché se a rinunciare è solo uno dei due, allora il matrimonio viene vissuto diciamo negativamente solo da una persona. Se l' altro non conosce la parola 'rinuncia' e continua a comportarsi come se fosse ancora single, bè qui c'è qualcosa che non va, manca l'equilibrio, non c'è equità! La domanda è: può un simile matrimonio reggere a lungo? Quanto tempo potrà sopportare tutto questo, la 'dolce metà' che sta rinunciando ai propri spazi, alla propria libertà? Poco, si risponderebbe! Eh, in teoria sì ma in pratica chi si sacrifica è spesso la persona più debole, colei o colui che non ha i mezzi per fare una scelta che gioverebbe alla sua anima, cioè mollare. La persona che non rinuncia, naturalmente vive la sua condizione con assoluta tranquillità e per giunta è convinto che tutto vada liscio, che la vita è bella e che senza dubbio tutto puó continuare come prima, come sempre.
Eh no! Purtroppo non sempre le cose vanno come le immaginiamo..
Alla prossima.
Ciao.
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domenica 14 febbraio 2016
Essere in ombra
Cosa significa essere l' ombra di qualcuno?!
Una persona in vista, amata dalla maggior parte delle persone conosciute e non, vicine e non, se non è sola, ha accanto una persona, la sua metà.
La sua ombra appunto.
Il ruolo della persona ombra è quello di sostenere e amare fino all' adorazione il soggetto in vista. Un atteggiamento di vero e proprio trasporto emotivo incomprensibile e inspiegabile.
Ma tra l'uno e l' altro si percepisce una velata sensazione di vuoto e di punti interrogativi: qual è il sentimento che spinge l'ombra a comportarsi come zerbino nei confronti del suo "superiore"?! Si potrebbe ipotizzare una innata tendenza alla sottomissione, una sorta di masochismo nascosto che nemmeno il soggetto in questione sa riconoscere, nemmeno se prova a scrutare nei meandri della propria coscienza.
Ma potrebbe anche non trattarsi di sottomissione, la vedrei piuttosto come una specie di accettazione passiva della situazione piombata senza preavviso, una di quelle situazioni improvvise che si creano nel corso della vita alle quali non si è preparati.
Allora si vengono a creare due tipi di situazioni, il personaggio in vista, soddisfatto della propria condizione è felice, pienamente convinto del sostegno incondizionato che la propria metà gli sta dimostrando; lo zerbino invece, comportandosi così, dentro di sè è conscio del suo stato, non lo accetta ma continua per inerzia, appunto, a compiacere l'altro.
Si viene così a creare un vortice dal quale nessuno dei due riesce ad uscire per evitare incomprensioni o delusioni che potrebbero incrinare il rapporto di pseudo armonia creatosi.
E si va avanti in questo modo senza chiedersi perché, come se tutto fosse normale.
Alla prossima.
Ciao.
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